Elaborando congiuntamente dati ISTAT e dati disponibili presso il GSE, è stata valutata, per lo più, la quantità di combustibili vari che ciascun settore di attività ha consumato in modo “convenzionale” (non cogenerativo):
- tale quantità si sarebbe invece potuta impiegare per fare cogenerazione, e rappresenta quindi un potenziale di sviluppo per questa tecnologia. In alcuni casi si è dovuto far ricorso, anziché al consumo di combustibile, a criteri di tipo diverso: è il caso delle coltivazioni in serra (criterio scelto: superficie totale coltivata) e della sanità (numero di posti letto).
Il dato più interessante, comunque, non riguarda il combustibile a disposizione, ma il macchinario da installare per impiegarlo in cogenerazione. Un calcolo basato sulle potenze medie in ciascun settore ha consentito di stimare il numero e la potenza complessiva degli impianti che si dovrebbero installare per impiegare quel combustibile operando in cogenerazione, anziché producendo convenzionalmente.
Di tali impianti potenziali è stata anche indicata la ripartizione regionale, basata sul numero di addetti per ciascun settore, oppure, anche in questo caso, sulla superficie coltivata o sul numero di posti letto.
I risultati, riferiti al 2010, vedono assai spesso la Lombardia ai primi posti (come era da attendersi) riguardo al potenziale di nuova cogenerazione. Non mancano, tuttavia, dati confortanti provenienti da regioni del centro, mentre al Sud vi sono iniziative sporadiche.
Che cosa ha frenato, finora, lo sviluppo di una tecnologia che può contribuire efficacemente alla salvaguardia dell’ambiente ed allo sviluppo economico, in particolare -abbiamo visto- del Sud?
Gli operatori lamentano la scarsa conoscenza della normativa, specialmente in materia di autorizzazioni all’installazione ed all’esercizio degli impianti, e l’elevato numero di soggetti con cui dover trattare: Comando dei Vigili del Fuoco, Ufficio tecnico di finanza, azienda di distribuzione elettrica ecc.
E’ importante ricordare che in questi ultimi due anni la Normativa Nazionale ha avuto una evoluzione, dando chiarezza e indirizzi importanti.Non ultimo il Decreto FER del 06.07.2012 con i suoi regolamenti d’attuazione ha definito incentivi chiari, misurabili e ragionevolmente sicuri.
E’ bene ricordare che per molte aziende è una boccata di ossigeno in questi tempi di crisi.
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